La nostra STORIA
DA DOVE ARRIVIAMO
Il nome è legato alla figura di un medico che sentì il forte bisogno di offrire la propria esistenza al servizio degli emarginati: Mario Falciola. Di origine piemontese, Falciola era giunto a Como nel 1904. In qualità di direttore dell’Ospedale Psichiatrico cittadino, fu tra i primi medici in Italia a slegare gli ammalati mentali, che egli trattava come persone ancor prima che come pazienti.
Forte della sua esperienza, fondò a Como la scuola medico-pedagogica per i fanciulli anormali. È a questo punto che il giovane medico si imbatté nel grave problema dell’indigenza; mentre passeggiava in una notte d’inverno incontrò un uomo disteso su una panchina, che dormiva riparandosi con fogli di giornale. Quell’episodio spronò il dottor Falciola a fare qualcosa per coloro che erano senza tetto.
“La carità può avere diversi aspetti; si può essere caritatevoli dando qualcosa che ci è superfluo; lo si può essere servendo i poveri nei loro bisogni; ma la forma più alta di carità è quella di condividere la povertà, facendosi poveri, per capire che cosa essi provano.”
Falciola era convinto del fatto che solo stando vicino ai poveri li si potesse comprendere, restituendo loro quella dignità di uomini che in apparenza sembrava persa per sempre. Il 18 giugno 1930, il Dott. Falciola si riparò da un furioso temporale sotto i portici di Piazza Cavour con l’allora vicepresidente dell’Ospedale Sant’Anna. Fu allora che, vedendo uno degli assistiti delle Conferenze Vincenziane attraversare la piazza con abiti sgualciti e lacerati, confidò al collega le proprie intenzioni: trovare dei locali per accogliere i poveri durante la notte.
Fu così che il 5 ottobre 1930 aprì ufficialmente il primo dormitorio in Via Barelli, offerto dall’amministrazione ospedaliera e costituito da modeste camerette che ospitavano in tutto sette persone. Due anni dopo, per opera del Vescovo di Como, Mons. Alessandro Macchi, fu acquistato un edificio situato al numero 34 di Via Napoleona, già adibito a segheria e laboratorio di falegnameria. Con atto del 15 maggio 1932 nasceva così la Società Civile Piccola Casa Federico Ozanam, formata da confratelli e amici delle opere vincenziane.

Da allora, la Piccola Casa Federico Ozanam ha aperto le proprie porte offrendo, oltre ad un tetto sopra la testa e un pasto, un ambiente in cui l’uomo può ritrovare la propria dignità abbandonando, almeno per un momento, i problemi della vita quotidiana.
Nel ricordo dei comaschi sono diversi i personaggi che spesero la propria esistenza a sostegno dei più poveri: don Franco Falciola, il professor Giovanni Palma e l’avvocato Luigi Palma sono alcuni dei nomi che hanno nobilitato la carità e la beneficenza in città.
DOVE ANDIAMO...

Oggi, a 90 anni dalla sua fondazione, la Piccola Casa Federico Ozanam non è più soltanto un dormitorio ma è una Casa di Accoglienza; molto è cambiato, ma una cosa è rimasta immutata: quella volontà di offrire ai bisognosi e a coloro che soffrono un momento di amore e di solidarietà che spinsero un giovane medico piemontese in quella fredda notte d’inverno del 1930 a condividere il disagio dei più fragili.
Grazie alla generosità di privati, enti pubblici e altre istituzioni del terzo settore, il servizio di accoglienza dei più fragili oggi si sviluppa a 360 gradi: refezione serale, distribuzione di biancheria e vestiario, sostegno nel riavvicinamento alle famiglie, supporto nel conseguimento di strumenti di sostentamento e nella ricerca di alloggio e lavoro.
I progetti...
I principi, gli elementi fondativi e le finalità della Piccola Casa Federico Ozanam sono espressi nello statuto dell’ente. I progetti attraverso cui si sviluppa l’attività, delineati nella carta dei servizi, sono Casa Ozanam, il Piccolo Tetto Ozanam, il Progetto Vitanova e il Piccolo Ostello Ozanam.
CHI E' FEDERICO OZANAM?
"Ama i poveri, aiutali, comprendili, parla con loro; Sarai felice."
Un laico di nobile famiglia, ma soprattutto un credente tutto d’un pezzo che nella sua operosa vita ha avuto una particolare attenzione verso i poveri con le loro sofferenze.
Nato nel 1813 a Milano, sposato con Amalia Sourcroix, da cui ha una figlia, Maria, muore nel 1853 a Marsiglia.
A soli ventisette anni è professore di ruolo di diritto commerciale alla Sorbona di Parigi; nella stessa Università insegna anche letteratura straniera.
Ancor giovane inizia ad interessarsi dei poveri e, quale reazione alle ripetute provocazioni “voi cristiani parlate tanto, ma cosa fate di diverso dagli altri?”, fonda a Parigi la Società di San Vincenzo De’ Paoli.
Vissuto in un periodo caratterizzato da una Francia rivoluzionaria e anticlericale, difende con forza, anche con scritti avvincenti. un cattolicesimo liberale, lotta per l’organizzazione dei lavoratori, per la tutela delle libertà civili, politiche e religiose, stimola anche i più restii all’aiuto dei poveri.
L’amore ai poveri, diceva Federico Ozanam, non deve mai guardare dietro di sé, ma sempre avanti. Bisogna fare la carità, piuttosto che parlarne. Occorre vedere i poveri, amarli. convinti che rimarremo sempre loro debitori.
Il 22 agosto 1997 per le sue preclare virtù è proclamato Beato da Papa Giovanni Paolo Il nella chiesa Notre Dame a Parigi.
